Nuova Riveduta:

Giosuè 13:31

La metà di Galaad, Astarot e Edrei, città del regno di Og in Basan, toccarono ai figli di Machir, figlio di Manasse, cioè alla metà dei figli di Machir, secondo le loro famiglie.

C.E.I.:

Giosuè 13:31

La metà di Gàlaad, Astarot e Edrei, città del regno di Og in Basan furono dati ai figli di Machir, figlio di Manàsse, anzi alla metà dei figli di Machir, secondo le loro famiglie.

Nuova Diodati:

Giosuè 13:31

La metà di Galaad, Ashtaroth e Edrei, città del regno di Og in Bashan, toccarono ai figli di Makir, figlio di Manasse, cioè, alla metà dei figli di Makir, secondo le loro famiglie.

Riveduta 2020:

Giosuè 13:31

La metà di Galaad, Astarot ed Edrei, città del regno di Og in Basan, toccarono ai figli di Machir, figlio di Manasse, alla metà dei figli di Machir, secondo le loro famiglie.

La Parola è Vita:

Giosuè 13:31

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La Parola è Vita
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Riveduta:

Giosuè 13:31

La metà di Galaad, Astaroth e Edrei, città del regno di Og in Basan, toccarono ai figliuoli di Makir, figliuolo di Manasse, alla metà de' figliuoli di Makir, secondo le loro famiglie.

Ricciotti:

Giosuè 13:31

e metà del paese di Galaad, e Astarot e Edrai, città del regno di Og in Basan, toccarono ai figli di Machir figlio di Manasse, cioè a una metà dei figli di Machir secondo le loro famiglie.

Tintori:

Giosuè 13:31

da metà di Galaad, Astarot, ed Edrai, città del regno di Og nel Basan, furono dei figli di Machir figlio di Manasse, toccarono alla metà dei figli di Machir, secondo le loro famiglie.

Martini:

Giosuè 13:31

E la metà di Galaad, e Astaroth, ed Edrai città del regno di Og in Basan: questo ebbero i figliuoli di Machir figliuoli di Manasse, o sia la meta de' figliuoli di Machir, famiglia per famiglia.

Diodati:

Giosuè 13:31

e la metà di Galaad, e Astarot, ed Edrei, città del regno d'Og, in Basan. Tutto ciò fu dato a' figliuoli di Machir, figliuolo di Manasse, cioè: alla metà de' figliuoli di Machir, secondo le lor nazioni.

Commentario abbreviato:

Giosuè 13:31

7 Versetti 7-33

La terra deve essere divisa tra le tribù. È volontà di Dio che ogni uomo conosca il proprio e non prenda quello che è di un altro. Il mondo deve essere governato non con la forza, ma con il diritto. Ovunque sia la nostra dimora e in qualunque modo onesto sia assegnata la nostra parte, dobbiamo considerarla assegnata da Dio; dobbiamo esserne grati e usarla come tale, mentre ogni metodo prudente deve essere usato per prevenire le dispute sulla proprietà, sia al presente che in futuro. Giosuè deve essere qui un tipo di Cristo, che non solo ha vinto le porte dell'inferno per noi, ma ci ha aperto le porte del cielo e, avendo acquistato l'eredità eterna per tutti i credenti, li metterà in possesso di essa. Ecco una descrizione generale del paese dato alle due tribù e mezzo da Mosè. Israele deve conoscere il proprio territorio e attenersi ad esso; non può, con la scusa di essere il popolo particolare di Dio, invadere i suoi vicini. Due volte in questo capitolo si nota che alla tribù di Levi Mosè non diede alcuna eredità: cfr. Nu 18:20. Il loro sostentamento deve essere ricavato da tutte le tribù. I ministri del Signore devono mostrarsi indifferenti agli interessi mondani e il popolo deve fare attenzione a non mancare nulla di adeguato. Sono felici coloro che hanno come eredità il Signore Dio d'Israele, anche se poco di questo mondo è loro toccato in sorte. Le sue provvidenze provvederanno alle loro necessità, le sue consolazioni sosterranno le loro anime, finché non otterranno la gioia celeste e i piaceri eterni.

Riferimenti incrociati:

Giosuè 13:31

Gios 12:4
Nu 32:39,40

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